Addio ad Aldo Pagni, per 5 anni alla guida della FNOMCeO

Si è spento all'età di 83 anni Aldo Pagni, alla guida della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri per 5 anni, tra il 1997 e il 2002, e fondatore nel 1982 della Società italiana di medicina generale (Simg). Nato a Genova, laureato all'Università di Pisa e specializzato in Medicina interna, Pagni è stato anche membro del Comitato nazionale di bioetica e del Consiglio superiore di sanità. Al suo attivo anche la partecipazione alla Commissione nazionale oncologia e alla Commissione nazionale Aids. 

Lo vogliamo ricordarre con questa intervista, a cura di Simona Dainotto, proprio sulla bioetica pubblicata sul portale della FNOMCeO.

Intervista ad Aldo Pagni: "Che cos'è la Bioetica"

Professor Pagni, a che punto è la vostra disamina dei codici deontologici dei paesi europei, in vista del convegno di aprile?
Sono stati sinora venti i codici deontologici che abbiamo raccolto. E' tuttavia difficile entrare nel merito dei singoli articoli per azzardare una qualche comparazione, visti i differenti contesti culturali e giuridici nei quali i codici sono stati redatti. In Europa esistono tre tipologie di Ordini: quelli che, essendo legittimati dall'alto, attraverso apposite leggi, richiedono l'iscrizione obbligatoria per l'esercizio della professione e svolgono un ruolo ausiliario dello Stato, come è nel nostro paese, in  Spagna, in  Portogallo, in Grecia, in Francia. Ma tale ruolo di ausilio è "declinato" in maniera diversa perché, ad esempio, in Francia il Codice viene proposto dai medici ma è approvato dal Governo, e quindi assume valore di legge, mentre in altri paesi è una norma extragiuridica e non una fonte primaria di diritto.
Un altro gruppo, nel Nord Europa, è quello delle associazioni professionali private, College e Accademie, alle quali ci si iscrive volontariamente e che, tuttavia, hanno un notevole potere di lobby ed un ruolo sociale riconosciuto. Un terzo gruppo è quello dei paesi dell'Est nei quali gli ordini professionali sono una conquista recente, e stanno muovendo i primi passi. In parte sono stati influenzati ed aiutati ad organizzarsi dai tedeschi, che peraltro sono distribuiti per circoscrizioni.
L'incontro di Sanremo appare di grande interesse soprattutto perché consentirà di verificare le diversità, esistenti nell'Europa dei 25, in tema di associazioni mediche e di cercare di armonizzarle.

Intendete arrivare ad un codice europeo?
Questo sarà un obiettivo a medio, lungo termine. Oggi non è pensabile. La nostra intenzione è intanto quella di far emergere i principi e i valori generali che accomunano i medici di ogni paese e di rivendicare il ruolo insostituibile della professione e degli ordini per la tutela della salute dei cittadini, sulla base della dichiarazione di Oviedo e della costituzione europea.

Ma, oltre il processo di nuova identificazione professionale e europea, un codice deontologico non è anche uno strumento di riferimento per l'etica professionale del medico nella concretezza della realtà politica e sociale? Prendiamo ad esempio la Fecondazione assistita nel nostro paese...
Certamente il codice deontologico è una guida per un comportamento corretto del medico, e rappresenta uno strumento di mediazione, tra principi, nel clima del relativismo etico che oggi caratterizza la nostra realtà complessa e multietnica.
I medici italiani avevano trovato un punto di mediazione ragionevole tredici anni or sono in tema di fecondazione assistita, e ci pareva che si dovesse tener conto del parere responsabile della categoria.
Sulla recente legge 40 destinata a regolare la procreazione medicalmente assistita, la Fnomceo ha espresso ufficialmente, fino dal primo momento e in più occasioni, il suo dissenso. Siamo d'accordo che una legge era necessaria per riordinare un settore così delicato, ma si è voluto "giuridificare" troppo fino al punto di rendere questa legge tecnicamente errata e deprofessionalizzante per i medici.
Le sanzioni amministrative e penali che l'accompagnano appaiono "grida manzoniane" di difficile applicazione, rivelatrici della debolezza della legge. Vedremo con il referendum che cosa ne pensano gli italiani, e i medici dovrebbero sentire il dovere morale e civile di partecipare per esprimere liberamente la loro opinione, in base alla loro coscienza.
Non si può ignorare tuttavia che il turismo procreativo oggi consente alle coppie più abbienti di eludere i rigori della legge e dimostra l'indispensabilità di ritrovare in Europa unità nella diversità. 

Segreteria OMCeO Ve
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