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Le risposte mancate

La7, Exit, 26 novembre, ore 21.40.

Niente di nuovo, semplicemente l´ennesimo talk-show con filmato introduttivo e parterre di opinionisti (politici, rappresentanti delle associazioni di consumatori e quant´altro) dove si parla male di noi dentisti italiani, "i più cari d´Europa". È però un "niente di nuovo" che merita qualche riflessione perché il tono di chi ci attacca è sempre più cattivo, nella sicurezza che dall´altra parte la risposta sarà flebile. Così flebile da far pensare che l´odiata parcella del dentista possa essere spazzata via da un´ondata di giustizialismo popolare, in un deleterio tutti contro tutti che è insieme causa, mantenimento e aggravamento della crisi che stiamo vivendo. Proviamo noi allora a dare qualche risposta, nella speranza che possa essere utile a chi si dovesse trovare ad affrontare questo tipo di discorsi. In queste trasmissioni si parla solo di prezzi, la solita impostazione di chi pensa che l´odontoiatria (e la medicina in genere) sia commercio anziché una professione intellettuale, come i Medici non Dentisti, gli Ingegneri, gli Avvocati, gli Architetti, ecc. di cui nessuno si sogna di chiedere una quantificazione dei costi vivi. La prima, la più importante delle risposte mancate. È una posizione non facile da riconoscere perché si copre con ambigue associazioni di pensiero che spaziano dai diritti fondamentali che lo Stato deve assicurare "gratuitamente" o a "basso prezzo", alla commistione forzosa (per mancanza di risorse) con un mercato secondo cui "se costa poco vale poco". Tra quel "gratuito" e quel "a prezzo basso" (oltre al "se costa poco vale poco" che sa tanto di giustificazione per qualunque nefandezza sanitaria) è racchiuso il dramma di una società fatta di persone che se ne approfittano, di altre che hanno veramente bisogno, di commercianti senza scrupoli e di medici che cercano di fare al meglio il proprio lavoro con un guadagno onesto. La seconda delle risposte mancate è questa: i dentisti italiani sono onesti e degni di quella fiducia che è la base di ogni rapporto terapeutico. Esattamente il contrario di ciò che vuole dimostrare chi pensa di sostituire i rapporti umani con quelli economici, riducendo tutto a una comparazione di costi libero-professionali con quelli SSN (che vengono scaricati sulla comunità come per l'Avvocato d'ufficio) o di altri Paesi europei (senza riferirli al costo della vita). Che non significa non voler parlare costi, ma che non sia il discorso principale come lo vogliono far diventare certe domande provocatorie, del tipo perché in Italia un´otturazione non costi 8 euro come in Ungheria, nonostante sia lampante il fatto che con quella cifra non si copre nemmeno il costo della materia prima. E l'affitto dei locali, il telefono, la luce, i macchinari, i materiali, le assistenti (perché mentre il dentista lavora qualcuno dovrà pur sterilizzare), l´impresa di pulizie, il commercialista? E i vari consulenti per la 626, per i rifiuti speciali e quelli urbani, il medico competente? E le tasse da pagare su quella fattura (sempre che in questo caso non faccia comodo pensare che siamo evasori), le varie assicurazioni, il legittimo guadagno dell´operatore per mantenere la propria famiglia? Tutto questo dove lo mettiamo? È una risposta mancata facile da dare, che ci porta però a fare ragionamenti che vanno ben oltre l'odontoiatria e coinvolgono un'etica sociale sempre più in crisi, che ci fa dimenticare quanti diritti vengono calpestati perché un paio di pantaloni "made in China" costi 5 euro o quanto le multinazionali guadagnino nel frattempo che tante persone perdono lo status di consumatore per acquisire quello di lavoratore fallito. Una visione miope che fa sì che in queste trasmissioni la qualità non interessi, come se in un contesto di crisi economica sia poco importante andare dal dentista con la sicurezza di non contrarre l´epatite C (che si traduce in più personale, rigorosi standard operativi, macchinari moderni, tempi più lunghi). O che si scarichino le carenze del SSN sugli odontoiatri che si rifiuterebbero di lavorarci per i guadagni troppo bassi: i tanti colleghi che cercano un lavoro sono un´ulteriore risposta mancata (basta andare a vedere le statistiche a dieci anni dalla laurea), quegli stessi colleghi che vanno a lavorare nei Service con retribuzioni inferiori ai 13 euro all´ora del SSN. In queste trasmissioni non manca mai lo stereotipo del dentista italiano con Ferrari e villa con piscina, nel caso, riproposto da un operatore sloveno che si è auto-investito della nobile missione di vendere otturazioni ai vessati cittadini italiani rinunciando a lavorare nel SSN sloveno dove i propri compatrioti vengono curati tutti pressoché gratis. Un passaggio molto ben sottolineato che fa ben comprendere come qualunque abbassamento di prezzo non basterà mai. L'equità non interessa. Non dobbiamo metterci neanche troppa fantasia per immaginare che l'implicita conclusione del discorso fosse la catena di montaggio anticipata dagli ipermercati del dente, in cui i medici sono ridotti a tecnici sanitari, dove la salute del paziente è oggetto di compravendita e la parola fiducia ha lo stesso significato che ha avuto per quei consulenti bancari che hanno consigliato a tanti risparmiatori l'acquisto di azioni spazzatura. L´ennesima riposta mancata.
Valerio Brucoli
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