Le emergenze in odontoiatria: il dentista deve essere preparato

La collaborazione e la sinergia con gli altri medici e l'idea di arrivare preparati in caso d'emergenza nel proprio studio. Sono i due obiettivi principali del convegno sulla Chirurgia orale nel paziente con patologia dell'Emostasiche si è svolto lo scorso 12 settembre nella sede veneziana dell'Ordine dei Medici e degli Odontoiatri. Relatori il dottor Ezio Zanon e il dottor Christian Bacci. Una giornata di analisi e riflessioni “che –  dice subito il dottor Andrea Zornetta, consigliere OMCeO che l'ha organizzato per conto della Commissione Albo Odontoiatri di Venezia – ha raccolto numerosi iscritti e tanti consensi. Dai colleghi, sia dentisti sia medici, sono arrivati molti complimenti. Segno che il tema era di grandissimo interesse”.

Dottor Zornetta, perché una riflessione proprio sulle patologie dell'emostasi?
L'emoraggia post-chirurgica è una complicanza che mette in difficoltà l'odontoiatra che è un medico che opera quasi sempre in regime di libera professione, quindi isolato. Questo è uno dei motivi per cui il dentista deve saper interpretare bene i dati anamnestici, valutare correttamente la salute del paziente, per non trovarsi poi nella condizione in cui il paziente stesso, nottetempo debba ricorrere alle cure del pronto soccorso. Purtroppo a volte l'inconveniente succede. Saper interpretare un esame del sangue o i valori delle piastrine è indispensabile per l'odontoiatra. Non essere legati solo alla cura del dente, ma essere attenti alla cura del paziente.

Quali gli obiettivi del convegno?
Noi dentisti spesso operiamo da soli e dobbiamo essere preparati anche in materie che sembrano distanti dall'odontoiatria. Per questo l'invito al convegno del 12 settembre è stato esteso anche ai medici di medicina generale: dev'esserci una sinergia, una stretta collaborazione tra medico di base e dentista. Basta una telefonata, una lettera scritta tra i due professionisti per mettere in atto procedure che evitino al paziente rischi emorragici. Tra medico e dentista ci deve essere uno scambio reciproco e continuo. La raccolta dei dati anamnestici non è una perdita di tempo, è un valore aggiunto oltre che un obbligo, anche se può sembrare un costo eccessivo per lo studio dentistico.
Un altro obiettivo era definire in maniera chiara le linee guida per i pazienti trattati con farmaci anticoagulanti che necessitano di terapie chirurgiche. Sapere bene cosa fare in questi casi, quali protocolli adottare, se sospendere o meno i farmaci  in questione.

Ci fa un esempio: cosa deve affrontare l'odontoiatra?
La classica emergenza è sentirsi chiamare alle 8 di sera da un paziente in preda al panico perché continua a sanguinare. C'è da chiarire subito che il sanguinamento post-chirurgico in ambito odontoiatrico è un'evenienza piuttosto frequente e non necessariamente pericolosa: la ferita che sanguina per un paio di giorni è l'effetto che anche la saliva esplica sciogliendo  il coagulo, ad esempio, o dello sciacquo continuo eseguito dal paziente che non lascia il tempo al coagulo di formarsi. C'è un aspetto fondamentale emerso durante il convegno: i casi di morte da emorragia post- chirurgia orale non ci sono, non sono mai stati documentati. Quando il paziente chiama, il dentista preparato sa gestire l'emergenza innanzitutto tranquillizzando il paziente. È molto più pericoloso, per l'assistito, far sospendere i farmaci anticoaluganti e rischiare un'embolia, quindi la vita stessa, che un'emorragia post-estrattiva.

Quali sono, dottor Zornetta, le altre urgenze dell'odontoiatria?
Con un'associazione culturale di cui faccio parte, il Cenacolo odontostomatologico delle Tre Venezie, organizzeremo un evento il prossimo 10 ottobre, sempre nella sede dell'Ordine, intitolato proprio Gestione delle emergenze in odontoiatria e prime manovre rianimative. Tutti gli aspetti che non sono odontocentrici ma riguardano la salute del paziente sono aspetti fondamentali che spesso vengono dimenticati. Prima di tutto bisogna stare molto attenti allo stato di salute generale del paziente. Alcune delle emergenze per le quali il dentista deve essere preparato sono ad esempio gli stati di shock di origine vaso-vagale, lo shock allergico, una crisi cardiaca, la crisi epilettica... Queste emergenze sono rare, per questo l'odontoiatra non ha grande dimestichezza nel trattarle. Su questo dobbiamo lavorare tanto.

Un'ultima domanda: come si rompe l'isolamento dell'odontoiatra?
Numericamente siamo molto presenti all'interno dell'ordine: siamo oltre 700 iscritti all'albo odontoiatri su un totale che supera di poco i quattromila. Ma, da tempo ormai, l'odontoiatra è considerato un medico a sè. Negli anni si è creata l'idea di una figura a metà tra il medico e l'artigiano dove spesso ci siamo sentiti dire "sì ma tanto voi vi occupate solo di denti". Noi odontoiatri stiamo cercando di affermare il concetto che siamo medici prima che dentisti, proprio perché l'intento non deve essere curare il dente fine a se stesso, bensì avere a cuore innanzitutto la salute del paziente. Dal canto suo, però, anche il dentista si isola guardando spesso solo al proprio orticello, al fatturato, e ai guadagni del proprio studio. Il dentista è diverso dagli altri medici perché è anche imprenditore, burocrate, commercialista. Noi, però, ripudiamo l'attività commerciale che spesso oggi si decanta con servizi a basso costo. A noi, più che il marketing, interessa la salute del paziente. Che resta paziente, non sarà mai cliente.

Dottor Andrea Zornetta, odontoiatra e consigliere OMCeO Venzia
Chiara Semenzato, giornalista e collaboratrice OMCeO Venezia

Segreteria OMCeO Ve
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