Andi: "Serve una svolta generazionale". Berto: "La salute non è una merce"

I titolari vicini alla pensione, con la prospettiva di chiudere i loro studi, senza una nuova generazione pronta a raccogliere il testimone. Le nuove leve dell'odontoiatria che cercano faticosamente di farsi strada come collaboratori, in un mercato ormai saturo anche per la crescita del numero di laureati provenienti dalle università estere. Giovani che, sempre più spesso, cadono vittime di proposte troppo allettanti per essere rifiutate.
Nel settore dell'odontoiatria c'è un problema generazionale da risolvere: un dato messo nero su bianco durante l'assemblea nazionale dell'Andi, l'Associazione Nazionale Dentisti Italiani, che si è svolta proprio a Venezia nella Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, il 27 e il 28 maggio scorsi. Accorciamo le distanze – Per la professione futura il tema della due giorni lagunare che ha visto centinaia di dentisti arrivare in città per confrontarsi sul futuro della professione.

“Purtroppo – ha spiegato Gianfranco Prada, presidente nazionale di Andi – il mercato odontoiatrico è saturo per svariati motivi. In primo luogo perché si allunga la vita professionale dei nostri dentisti che vanno in pensione molto più tardi. E poi c'è il grosso problema della crescita del numero di laureati. Dal prossimo anno accademico si laureeranno poco meno di 1.000 dentisti in Italia e quasi altrettanti arriveranno da università estere, soprattutto spagnole e rumene. Occorre arrivare ad un numero programmato europeo”.

L'indagine congiunturale dell'associazione nel settore odontoiatrico rileva come l'89% dei dentisti abbia un proprio studio, per lo più monoprofessionale, mentre quasi l'11% lavora o come collaboratore (94,3%) o come dipendente (1,9%). I collaboratori, poi, prestano la loro attività presso un solo studio nel 28,4% dei casi, in due nel 26,3% o in tre nel 21% dei casi. C'è poi un significativo 7,6% di collaboratori che lavora almeno in 7 studi pur di costruirsi un reddito soddisfacente.
“Il problema dei giovani che accedono solo alle collaborazioni o prestano attività nelle grandi strutture – ha proseguito Prada – si supera solo dimostrando quale sia il vero modello professionale vincente e soprattutto avvicinando il giovane dentista al professionista già affermato. Noi abbiamo il problema di molti colleghi ormai vicini allo stop dell'attività che, però, non implementano lo studio con nuove tecnologie: il nostro obiettivo, allora, è quello di affiancare ai dentisti anziani i più giovani, in modo da affrontare e superare il problema del ricambio generazionale, sfruttando i vantaggi fiscali esistenti. Purtroppo, però, questo è un problema molto diffuso e ci preoccupa, perché se non lo risolviamo, il modello libero professionale rischia di cadere a favore delle grandi catene odontoiatriche”.

La crisi si è fatta sentire pesantemente nel settore odontoiatrico: molti dentisti lavorano per un tempo inferiore alla disponibilità effettiva. Il 94,9 % di loro registra un calo di pazienti o pazienti insufficienti. E il dato si ritrova nelle aspettative di guadagno future che, per il 52,4% degli odontoiatri saranno inferiori o, al massimo, nel 43% dei casi, uguali. Solo il 4,6% dei dentisti si aspetta di guadagnare di più.
Cifre che trovano riscontri speculari anche nella spesa delle famiglie italiane in cure odontoiatriche che scende del 9,4%, attestandosi su di un livello medio di 319 euro. “La professione – ha affermato Luca Dal Carlo, presidente di Andi Veneto – deve continuare a valorizzare il rapporto diretto medico-paziente che ha permesso all'odontoiatria italiana di raggiungere livelli di eccellenza. Qualunque cambiamento non può inficiare questo rapporto”.

Puntare sui giovani, dunque, ma anche sviluppare l'attività del Fondo Andi Salute (FAS) e fare rete tra gli studi, le priorità indicate dal documento finale, approvato alla fine dell'assemblea nazionale con 388 voti favorevoli, 7 contrari e 8 astenuti. Il testo parte dalla consapevolezza che sia necessario intercettare i giovani fin dall'università, stringendo con loro un patto generazionale e offrendo loro una seria prospettiva di avvicendamento negli studi dei colleghi più anziani e l'esercizio vero della libera professione. Non più e non solo manovali alle dipendenze di chi non pensa alla salute, ma solo al profitto.
Un capitolo ad hoc è destinato, poi, alle proposte per intervenire nell'intermediazione delle cure odontoiatriche. Da questo punto di vista, e nell'ottica di una sanità sempre più “mediata”, Andi cercherà di sviluppare l'attività dei fondi salute per arrivare a un fondo sanitario integrativo gestito direttamente dall'associazione e in grado di poter dialogare con casse di previdenza, comparti lavorativi, sindacati di categoria e provider.
Solo così sarà possibile gestire nel modo più opportuno le risorse destinate alle cure odontoiatriche nei contratti collettivi di lavoro. Ma alle condizioni di Andi e non a quelle dei soggetti che già operano in questo settore, portando il fornitore dei servizi solo a subire meccanismi imposti a monte.

“Questo congresso – ci dice in un'intervista Stefano Berto, presidente di Andi Venezia – è stato un grande successo. Non mi aspettavo una così grande unità di intenti da parte del mondo odontoiatrico, che è sempre stato molto frazionato, molto individualista. Finalmente ci stiamo rendendo conto che se stiamo uniti siamo una forza: 54mila in Italia, 2.400 solo in Veneto. Questo congresso è stato il primo in cui c'è stata un'unanimità così schiacciante”.
Tre in sostanza gli ambiti in cui agire subito. “Dobbiamo – prosegueo Berto – interfacciarci di più con il mondo politico per correggere le storture. Come, ad esempio, quelle legate alla legge Bersani che ha permesso la pubblicità sanitaria e ci ha messo in ginocchio”.
Seconda priorità, come già detto, indirizzare i giovani, con il progetto Andi Young che raccoglie gli studenti già nelle università. Terzo indirizzo: mantenere inalterate le caratteristiche della libera professione. “Va bene – sottolinea Berto – che i colleghi, per risparmiare, si uniscano e facciano gli studi associati. Ma fatti di colleghi, non di società di capitali. Libera professione significa non avere convenzioni, non avere nessuno che ci imponga prezzi e tariffe. L'imposizione e il condizionamento sono la morte della libera professione”.

Ma c'è anche una curiosa e interessante novità – molto applaudita dalla platea presente – che Andi Venezia ha presentato in anteprima proprio al congresso nazionale: si tratta di una campagna informativa costituita da tre video, indirizzati alla popolazione, per cercare di arginare il fenomeno della pubblicità ingannevole, praticata generalmente dai cosiddetti centri “low cost”.
“Abbiamo scelto l'ironia – spiega Stefano Berto – per incuriosire gli utenti dei social network, arrivare a più persone possibili, coinvolgerle in un modo un po' diverso. Purtroppo dobbiamo far fronte a gente piena di soldi, che fa pubblicità pazzesche, martellanti. Questo è un business: se io ho mezzo milione di euro da investire e apro un centro low cost, la redditività è altissima”.
Peccato però che questa redditività sia fondata “sullo sfruttamento dei giovani, – dice Berto – sulla scarsa serietà, dato che restano aperti un paio d'anni e poi chiudono, sulla parcella pagata tutta all'inizio, salvo poi sparire con i soldi. Una delle cose più gravi, però, è che dicono al paziente di avere, ad esempio, 10 carie quando non è vero. Trattamenti inutili che, talvolta, sfociano in veri e propri interventi mutilanti”.

Il messaggio che deve passare ai cittadini, insomma, è: state attenti ai prezzi civetta, tariffe molto basse che fanno gola soprattutto in tempi di crisi economica, e agli standard professionali applicati da queste strutture. “Assistiamo impotenti – conclude Stefano Berto – a una mercificazione della salute della bocca, i cui danni tocchiamo con mano ogni giorn e che deve essere arginata”.

Chiara Semenzato, collaboratrice giornalistica OMCeO di Venezia

Si ringrazia per la squisita collaborazione Carlo Saccon ufficio stampa di Andi Veneto.

Il primo video è già stato rilasciato e si può vedere sul sito www.andivenezia.it o sulla pagina Facebook di Andi Venezia.

Segreteria OMCeO Ve
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