#VIS2016. Stili di vita sani: tutti i vantaggi della prevenzione

Stili di vita sani significano prevenzione. Prevenzione significa ridurre il rischio di patologie cardiovascolari e metaboliche. Prevenzione significa, quindi, vivere meglio e più a lungo. E, cosa da non sottovalutare, anche ridurre le spese sanitarie personali e quelle accollate al Sistema Sanitario Nazionale.
È questa la catena virtuosa promossa sabato 17 settembre durante la prima giornata di Venezia in Salute 2016, il convegno scientifico In Salute con Stile, organizzato al Padiglione Rama dell'Ospedale dell'Angelo di Mestre dalla Fondazione Ars Medica, braccio operativo dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Venezia. La seconda giornata, quella dell'incontro in piazza del mondo sanitario con i cittadini, causa previsioni meteo avverse, è stata rinviata a domenica 25 settembre, probabilmente in piazzetta Pellicani e via Palazzo a Mestre.
Un convegno che prima ha passato in rassegna quelle abitudini fondamentali – un'alimentazione sana, una costante attività fisica, dire no a fumo e alcol – per prendersi responsabilmente cura della propria salute, poi ha illustrato una serie di esperienze locali che realizzano percorsi di salute e di benessere.

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Una mattinata di studi che si è aperta, nelle parole del presidente dell'OMCeO Giovanni Leoni, con l'affettuoso ricordo al presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi, appena scomparso, con l'appello per una maggiore equità nella diffusione dei farmaci contro l'epatite C, promosso e sottoscritto con un documento ufficiale anche dalla FNOMCeO e con l'omaggio a Maurizio Scassola, impegnato a Bari in un altro convegno, vero ideatore, ormai 6 anni fa, di VIS.
Un appello ai colleghi medici e odontoiatri, invece, è stato lanciato dal padrone di casa, il direttore generale dell'Ulss 12 Veneziana Giuseppe Dal Ben. «Spesso – ha detto – proprio noi siamo i primi a non avere stili di vita sani. Spesso i primi a fumare siamo noi. E invece proprio noi dobbiamo dare il buon esempio, mettere in pratica quello che predichiamo, perché noi siamo il motore di queste azioni di prevenzione, di queste attività. La promozione della salute, poi, è un tema importante anche ai fini di quella sostenibilità del sistema sanitario che tutti auspichiamo».
«Certi temi – ha sottolineato nel suo saluto iniziale Simone Venturini, assessore comunale alla Coesione sociale, ringraziando l'OMCeO per la sempre più stretta collaborazione – non possono essere affrontati da un solo soggetto: per la salute serve un lavoro di rete, una rete molto vasta, capace di fare educazione alla salute e all'alimentazione, prevenzione, promozione degli stili di vita... Una rete che, per fortuna, nel nostro territorio c'è e lavora bene. Istituzioni, enti pubblici, volontariato sono pezzi di un puzzle molto più ampio che ci permette di parlare davvero di Venezia in salute».
A spiegare l'obiettivo di questo convegno, invece, Ornella Mancin, presidente della Fondazione Ars Medica. «Due giornate – ha detto – da vivere insieme: questo è VIS. Il titolo In Salute con Stile rimanda a un concetto per noi fondamentale: la salute è un bene che ognuno di noi è chiamato responsabilmente a mantenere e può farlo attraverso corretti stili di vita. Oggi, però, in cui si moltiplicano spinte poco scientifiche, i professionisti della sanità devono avere ben chiari quali siano i messaggi corretti da trasmettere ai cittadini».
A tirare le fila della giornata, con una riflessione ad alta voce, Giuliano Nicolin, presidente della Commissione Albo Odontoiatri dell'OMCeO veneziano. «Oggi – ha spiegato – andiamo via tutti con qualcosa in più. Io ho imparato qualcosa. Abbiamo parlato tanto di prevenzione, ma bisogna dire anche che la prevenzione è un problema culturale che questo paese fatica ad affrontare. Noi, anche se non sempre siamo esempi perfetti di stili di vita, di prevenzione ci occupiamo tutti i giorni. Alla fine tocca sempre al medico. Non vorrei succedesse quello che succedere quando alla fine di una cena, uno raccoglie i soldi, manca una quota e ci rimette lui. Ora mi auguro che questo incontro serva a far valere diritti e doveri anche della nostra “controparte”».

Ecco alcuni degli spunti di riflessione emersii durante il convegno.

I SESSIONE – Moderatori: Luca Sbrogiò e Gabriele Gasparini

Antonio Da Re, Bioetica e stili di vita
«Va tutelata sia la salute personale sia la sua dimensione pubblica e collettiva. Ma come? Serve un mix di misure: un intervento soft – che passa attraverso politiche fiscali, un'informazione specifica, come ad esempio le immagini sui pacchetti di sigarette, e un'informazione culturale, come la Pubblicità Progresso – e una strategia “nudging”, che letteralmente significa “dare un colpetto”, che incentiva cioè stili di vita virtuosi favorendo questi comportamenti in contesti decisionali ad atti, facendo leva sul positivo. Si incentivano, ad esempio, l'alimentazione sana con etichette adeguate e l'attività fisica promuovendo spazi pubblici per farla».

Massimo Valsecchi, Quale urbanistica per una vita sana in città
«C'è una correlazione tra mancanza di aree verdi e malattie. Il verde pubblico non è solo estetico, ha un impatto diretto anche sulle patologie. Ormai è dimostrato che i parchi urbani migliorano la qualità e la quantità di salute e aumentano la coesione sociale. Ci sono, però, disuguaglianze: chi ha una condizione socio-economica più bassa, ha meno possibilità, ad esempio, di praticare attività fisica, meno strutture a disposizione nelle vicinanze. Ecco perchè è importante il progetto sulle periferie: bisogna dotare di aree verdi tutti i quartieri svantaggiati. È un intervento concreto per migliroare la salute e diminuire le disuguaglianze».

Emanuele Scafato, Alcol: che fare? Gli operatori sanitari e i nuovi stili di vita
«L'alcol è una sostanza dannosa, non esistono quantità sicure. Ci sono comportamenti che ci stanno sfuggendo di mano, che i medici intercettano e che riguardano soprattutto i ragazzi, che bevono fino a diventare vittime. Il cervello matura a 21 anni. L'acol fino ai 25 anni anni è nocivo. Interferisce nello sviluppo del cervello: la persona che beve da giovane non diventerà mai completamente razionale. L'alcol spegne la memoria e la capacità cognitiva del 10% ed è un detergente che lava via le membrane. Questo bisogna dire e mostrare ai ragazzi: l'alcol fa i buchi al cervello».

Daniela Galeone, Fumo di tabacco: nuove norme in un nuovo scenario epidemiologico
«Nella lotta al tabacco qualche passo avanti si è fatto: tra il 1993 e il 2003 si erano registrati una riduzione tra gli uomini e un aumento tra le donne, ma tra il 2001 e il 2015 c'è stato un calo generalizzato: -6,4% tra i fumatori maschi, -2% tra le femmenice. Tra il 2004 e il 2015 il consumo di sigarette, poi, è calato del 25%, anche se bisogna sottolineare che aumenta la diffusione di altri prodotti, come i sigari, il tabacco da rollare, le sigarette elettroniche. Oggi in Italia ci sono 10 milioni e mezzo di fumatori (dai 14 anni in su, quasi il 20% della popolazione), di cui il 25% uomini e il 15% donne. Recepire in Italia le direttive europee in materia è un percorso a ostacoli, le lobby del tabacco sono molto forti. Ma l'obiettivo è ridurre l'uso del tabacco in Europa del 30% entro il 2025».

I SESSIONE – Moderatori: Federico Munarin e Luca Barbacane

Edoardo Stellini, Un bel sorriso comincia dalla prima infanzia
«Sile di vita è prima di ogni altra cosa prevenzione. Quindi, per noi odontoiatri, è aiutare il paziente pediatrico a svilupapre un bel sorriso senza che diventi un ospite fisso dei nostri ambulatori. Una dentizione armonica e sana nasce dallo sviluppo di due strategie: la prevenzione della malattia cariosa e il monitoraggio dell'occlusione. Una dieta cariogena sommata alla mancanza di igiene provocano un aumento della carie. Alimenti cariogeni sono dolci, bibite zuccherate, succhi di frutta, snack e merendine: purtroppo gli alimenti più amati dai bambini. Bisogna portare i più piccoli dal dentista la prima volta tra i 3 e i 6 mesi di vita, e comunque non oltre il primo anno. I dentisti possono vedere cose che i genitori non vedono».

Dario Boschiero, Stili di vita e sintomi vaghi (MUS)
«I sintomi vaghi, cioè quelli che il medico non riesce a spiegare, affliggono sempre più persone. Possono durare dai 6 mesi ai 5 anni senza che si riesca a capire a che patologie fanno riferimento, senza arrivare ad avere una diagnosi certa nonostante il consulto di specialisti diversi. Persone che, alla fine, comunque, si ammalano. Una delle cause ancora poco studiate è lo stress che altera completamente l'asse circadiano, quello che vede attivarsi il sistema simpatico di giorno e quello parasimpatico di notte. Lo stress altera questo ciclo logorando l'organismo, provocando infiammazioni croniche, accumulo di grasso e riduzione di fibre muscolari e tessuto osseo. Meglio allora: scegliere a colazione e a pranzo cibi ricchi di nutrienti e la sera cenare solo con vegetali; evitare la sera discussioni e stimoli eccessivi (come il lavoro, il telefonino o il tablet); fare attività fisica al mattino; bere molto».

Franco Giada, La prescrizione dell'esercizio fisico per la lotta alla sedentarietà: evidenze e modalità organizzative
«L'attività fisica è fondamentale per la prevenzione di malattie metaboliche e cardiovascolari. La sedentarietà è prevalente: solo un terzo della popolazione fa attività fisica. La lotta alla sedentarietà si promuove attraverso l'attività fisica che può anche ssere prescritta dal medico. L'esperienza che facciamo a Mirano, allora, mette insieme la cardiologia riabilitativa e la medicina dello sport, tennedo conto anche degli altri fattori: l'educazione, l'alimentazione sana, lo stop a fumo e alcol. Viene prescritta l'attività fisica attraverso il lavoro di équipes multidisciplinari, con la palestra medica e promuovendo incontri di educazione sanitaria. La palestra della salute è prevista anche da una legge regionale dell'11 maggio 2015».

Michelangelo Beggio e Maria Concetta Scaglione, Fisiosport e il Progetto 3S: la presa in carico del paziente con disabilità in un approccio integrato tra sanitario, sociale e sportivo
«Ripristinare le funzioni, partecipare alla vita sociale, ricongiungere le persone, risvegliare la speranza: questa la mission del progetto 3S (sanitario, sociale, sportivo) di Fisiosport. Il problema del disabile è riuscire a restare il più possibile in una situazione di vita. L'inclusione è dare valore alla diversità».
«Io mi occupo di accogliere e formulare progetti per persone con disabilità che finiscono il percorso sanitario. Inizia la loro apertura alla vita. Attività fisica, in questo caso, significa crescita personale, sperimentazione del corpo, confronto e integrazione con gli altri. Per riuscirci bisogna fare rete ottimizzando le risorse e creando progetti funzionali. La riabilitazione non deve essere solo fisica. Alla fine, anche per i disabili, fare sport non significa farlo solo per riabilitarsi ma perché piace, perché fa star bene».

Piero Rosa Salva, Trent'anni di Venice Marathon. Può un evento sportivo modificare lo stile di vita di una città?
«Sì, un evento sportivo può modificare lo stile di vita di una città, può contribuire a cambiarlo, se è fatto con alti standard di qualità e adeguatezza. Abbiamo posto all'attenzione delle istituzioni, ad esempio, il problema della viabilità e dell'accesso di Venezia ai disabili. La Venice Marathon ha un budget di 2 milioni di euro e muove 25/30 mila persone che corrono. La corsa ha una forte carica umana, una capacità di aggregazione e di sensibilizzazione che altre discipline non hanno e aiuta anche a una diversa comprensione del territorio: è capace di trasmettere messaggi positivi».

Chiara Semenzato, collaboratrice giornalistica OMCeO Venezia

Nella sezione Gallery saranno disponibili a breve le slides dei relatori.

Segreteria OMCeO Ve
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