La salute su misura: la medicina per le donne in un convegno

 

Il prossimo 25 marzo si svolgerà a San Donà di Piave, all’Auditorium “Leonardo da Vinci” in piazza Indipendenza, il convegno Dalla Medicina di Genere alla medicina per il Genere: la salute su misura, organizzato dal Club Soroptimist di San Donà di Piave-Portogruaro e dall’Ordine Provinciale dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri di Venezia.
Le relazioni si svolgeranno nella mattinata dalle 8.30 alle 14 (l’evento è accreditato ECM) e sono affidate a colleghe e colleghi di prim’ordine. Si spazierà dall’endocrinologia alla nefrologia, dai trapianti alla patologia della tiroide, dall’oncologia al rapporto tra patologia cardiaca e gravidanza, dalla neurologia al significato di medicina di genere, con un passaggio sul ruolo del medico di medicina generale e sulla donna medico.

La responsabile nazionale per la Medicina di Genere del Soroptimist International, Annamaria Bernardi, già direttrice della Società di Nefrologia e Nutrizione Clinica di Rovigo, così illustra le motivazioni alla base del Convegno. 
«Esistono profonde diseguaglianze nell’approccio alle malattie comuni ai due generi. Esistono differenze di genere ed esistono differenze di approcci medici che non sempre sono conosciuti. Il mondo della farmacologia è per motivi diversi in buona parte ancora da esplorare per le donne. Karin Schenck-Gustafsson, direttrice del Women’s Health Center del Karolinska Institutet di Stoccolma, riferisce l’esperienza svedese in medicina di genere ed evidenzia come in Europa attualmente siano nati cinque centri per la medicina di genere: Stoccolma, presso il Karolinska Institutet; Berlino, alla Charitè University; Vienna, presso la University of Vienna; Modena, alla Clinica della Donna presso il Policlinico, Università di Modena e Reggio Emilia e la cattedra di Medicina di Genere, istituita ad ottobre 2013 presso l’Università di Padova.

Le donne sono più esposte a reazioni avverse ai farmaci e queste sono spesso più gravi per: maggior consumo di farmaci, politerapia, differenze farmacocinetiche; le fasi del ciclo, la gravidanza, la menopausa modificano la risposta ai farmaci. Terapia anticoagulante, trombolisi, terapie antiretrovirali, politerapia si associano frequentemente nella donna a effetti collaterali.
Vi è una diversità di trattamento, a sfavore delle donne, dei fattori di rischio per le malattie coronariche. L’infarto, non solo è la prima causa di morte tra le donne (più del tumore al seno), ma colpisce più le donne che gli uomini. La probabilità di decesso dopo il primo infarto è del 50% tra le donne e del 30% tra gli uomini. Non per colpa di un cuore femminile più fragile rispetto a quello maschile, ma a causa della fisiologia cardiovascolare studiata quasi esclusivamente sui topi maschi e dell’ingegneria biomedica pensata sul corpo maschile».

Ci sono, insomma, profonde differenze quando si cura un paziente a seconda che sia uomo o donna, differenze di cui non sempre il medico è consapevole, ma di cui invece deve tener conto. Tutte ottime ragioni, quelle indicate dalla professoressa Bernardi, per un evento formativo che consenta ai medici di riflettere sulle nuove possibilità terapeutiche che un’impostazione più attenta alle specificità individuali può offrire.

Alessandra Cecchetto, ginecologa, Coordinatrice Commissione Pari Opportunità OMCeO Provincia di Venezia

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Segreteria OMCeO Ve
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