L'acqua risorsa di salute e di sviluppo economico

L'uso igienico, sanitario, terapeutico e riabilitativo dell'acqua, ma non solo. Anche l'oro blu come elemento possibile di ripresa economica e di rilancio di un intero territorio. Questo il file rouge che ha legato tutti gli interventi, davvero numerosi, del convegno L'acqua è salute e benessere a cui ha partecipato un centinaio di medici e che si è svolto sabato 3 ottobre al Padiglione Aquae del Vega di Marghera, inserito nella due giorni di Venezia in Salute 2015, l'iniziativa ormai giunta alla quinta edizione, organizzata dall'Ordine provinciale dei Medici e dal servizio programmazione sanitaria del Comune.
Un'intensa mattinata di confronto, dunque, per capire se davvero l'acqua, oltre che fonte di salute e benessere, può diventare anche motore di sviluppo economico del territorio. Sul palco non solo le eccellenze territoriali legate a questo tema, ma anche albergatori, ristoratori ed esperti del servizio d'igiene per raccontare quanti benefici possa portare all'area una sinergia tra categorie economiche e ambito sanitario.

Un cenno all'attualità. Non è mancato, all'apertura dei lavori, un cenno all'attualità. “Noi ci rapportiamo con le altre istituzioni – ha spiegato Giovanni Leoni, presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Venezia – per sviluppare la cultura del medico. Sui giornali campeggia il tema dell'appropriatezza prescrittiva: io credo che solo attraverso una crescita professionale, il miglioramento e l'autorevolezza del medico possiamo risolvere quello che può essere un utilizzo improprio delle risorse”.
“Ci aspetta – ha aggiunto Maurizio Scassola, vicepresidente della Federazione nazionale dei medici – un grande impegno politico per l'autorevolezza e la credibilità della professione. È un percorso ineludibile che porteremo avanti con decisione. Ma se c'è una sintesi che la professione deve svolgere con sempre più intensità, cosa che accade qui a Venezia: è l'impegno civile, l'impegno come cittadini competenti nei confronti della nostra comunità”.
E allora fondamentale diventa, ad esempio, Venezia in Salute. “È un momento di incontro e confronto – ha sottolineato Giuseppe Dal Ben, direttore dell'Ulss 12 Veneziana – che si apre alla gente. Il sistema sanitario, per essere usato al meglio, non deve essere conosciuto solo nel momento del bisogno”.

Le lectio per aprire il confronto. Il compito di iniziare l'analisi è stato affidato a due lectio magistralis. “Se l'acqua – ha spiegato Gaetano Maria Fara, docente all'Università La Sapienza di Roma – è pura, sufficiente e corrente, allora è fonte di benessere e pulizia. Tra le criticità: l'insufficienza, le contaminazioni biologiche, la scarsa disponibilità perché se ne consuma e se ne spreca troppa”.
“Il mare fa bene alla salute – ha aggiunto Nelli Elena Vanzan Marchini, docente all'Università di Padova, illustrando la gloriosa storia dell'Ospedale al Mare del Lido – la salute e il patrimonio ambientale devono essere tutelati e difesi con intelligenza”.

Sanità e turismo, quale sinergia? Alla base dell'analisi la convinzione che il settore sanitario non sia solo un pesante centro di spesa, ma anche un fattore produttivo di rilancio economico e sociale. Al centro della riflessione, allora, il confronto con le categorie economiche attive sul territorio. A partire da un dato: il Veneto è una regione con 67 milioni di turisti, persone che hanno bisogni sanitari precisi anche quando sono in vacanza, ma che potrebbero anche arrivare nel nostro territorio proprio per curarsi.
“Sulla costa veneziana – ha spiegato Massimiliano Schiavon, presidente dell'Associazione Albergatori di Jesolo – c'è un grosso problema di stagionalità: lavoriamo da maggio a settembre, poi basta. Col turismo sanitario potremmo destagionalizzare l'offerta. Coordinare offerta sanitaria e turistica è conveniente per tutti”. Per affrontare questo mercato, allora, servono, ad esempio, siti internet ospedalieri con una logica web 2.0 e in lingua straniera, strategie di marketing e comunicazione che integrino tutta l'offerta sul territorio, personale infermieristico madrelingua, convenzioni con compagnie assicurative.
Della necessità di una sinergia con i privati ha parlato anche Claudio Scarpa, presidente dell'Associazione Veneziana Albergatori, che ha spiegato come anche il termalismo sia un fenomeno in calo e di come, invece, cresca sensibilmente l'area del benessere, centri estetici, spa, fitness. “Il futuro allora – ha detto – è spiegare che nelle città termali non si fanno solo cure, ma anche tempo libero e benessere. A Venezia viviamo immersi nell'acqua, ma abbiamo perso il nostro rapporto con l'acqua. La città d'arte uccide, annega tutte le altre possibilità di business. Dobbiamo pensare a investitori da altri territori. Dobbiamo capire che i turisti termali di Abano spesso iniziano o finiscono la loro vacanza a Venezia. Si potrebbe integrare quell'offerta con la talassoterapia dell'Ospedale al Mare. Va cambiata la mentalità”.

Le eccellenze sanitarie legate all'acqua. Il convegno, però, è stato anche l'occasione per presentare le tante eccellenze sanitarie del territorio legate proprio all'acqua. Si è scoperto così, con Mario Saugo, responsabile del Servizio epidemiologico regionale, che, negli ospedali costieri nell'estate 2014 ci sono stati 14mila accessi turistici, che le prestazioni sono state legate soprattutto a traumi e a effetti del caldo, che servono strutture sanitarie di rete per dare risposte diagnostiche immediate.
Andrea Tiozzo, direttore del Dipartimento Emergenze e cure critiche dell'Ulss 14 di Chioggia, ha spiegato invece come si garantisce la sicurezza sulle spiagge. “L'acqua – ha detto – è salute e benessere, ma è anche un pericolo”. La riduzione del rischio passa, allora, attraverso la conoscenza dello scenario, la formazione dei bagnini, l'apertura di punti sanitari sul territorio, la rete dei defibrillatori in spiaggia, la mappatura degli accessi per raggiungere velocemente gli utenti, le esercitazioni e i piani di intervento, i controlli periodici. “Non possiamo mai abbassare la guardia – ha concluso – non possiamo non soccorrere qualcuno perché all'improvviso sulla strada sono apparse delle fioriere”.
Tante, poi, le attività legate all'acqua che portano benefici per la salute. L'idroterapia e la talassoterapia dell'Ospedale al Mare del Lido, ad esempio – illustrate da Alessandro Boccignone, direttore del dipartimento di Riabilitazione dell'Ulss 12 – utili per l'osteoporosi, le lombalgie, le disabilità, con la possibile valorizzazione di uno dei pochi impianti idromarini in Italia e la trasformazione del Lido in polo riabilitativo per anziani e disabili.
O le cure termali di Bibione, fondamentali, ad esempio, per le patologie delle vie respiratorie, per le malattie reumatiche o quelle vascolari, come spiegato da Simone Tasso, direttore dell'unità operativa complessa Servizi alla persona dell'Ulss 10. E poi ancora: il progetto Vela per tutti, illustrato da Simonetta Rossi, responsabile del dipartimento di Riabilitazione al San Camillo, che favorisce il reinserimento sociale e famigliare del disabile attraverso lo sport; l'esperienza degli sport remieri come mezzo di prevenzione terapeutico per le patologie cardiovascolari, raccontata da Franco Giada, responsabile della Cardiologia riabilitativa dell'Ulss 13; il progetto di attività motoria in acqua, Amaia, messo in piedi sempre a Mirano da Sandro Buoso e dal suo staff, per chi ha malattie croniche, per migliorare l'autonomia e la sicurezza. Tra i progetti presentati anche il presente e il futuro del polo riabilitativo di Jesolo, con Angelo Lucangeli, direttore dell'unità operativa Medicina fisica e riabilitazione, e i numeri della dialisi per i turisti – 1800/1900 prestazioni all'anno tra Jesolo e Bibione, 268 pazienti trattati, di cui il 58% italiani – illustrati da Michele Messa, direttore di Nefrologia ed Emodialisi.

Cibo e sicurezza. Una coda del convegno è stata, infine, dedicata al cibo sano e sicuro. Ospite d'eccezione il noto ristoratore Arrigo Cipriani, che ha lanciato un grido d'allarme parlando di una Venezia in bilico tra finzione e realtà. “La rinascita della città – ha tuonato – passa solo attraverso la ricostituzione della cittadinanza. I pendolari del turismo non vengono più contrastati da una popolazione che vive e lavora”.
Dopo di lui Luciano Boffo, già direttore dei Servizi veterinari dell'Ulss 14, ha raccontato come avvengono i controlli nel settore della pesca, per garantire la sicurezza alimentare, quali siano i piatti più a rischio e quali i virus più comuni. Mentre Lionella Bertoli, direttore del Servizio igiene degli alimenti e della nutrizione dell'Ulss 10 ha spiegato le norme che regolano questo settore sia nella filiera dalla produzione all'alimento finito, sia nei controlli per chioschi, bar e ristoranti che somministrano cibi e bevande.
Un tema, dunque, sviscerato in ogni suo aspetto, a 360 gradi, in cui si sono sottolineate criticità e proposte soluzioni, in cui la necessità di una sinergia tra mondi diversi e all'apparenza lontani appare ormai imprescindibile. “Con l'auspicio – ha concluso il presidente Leoni – che questo non resti un momento di confronto limitato solo a una mattina”.

Chiara Semenzato, collaboratrice giornalistica OMCeO Venezia

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In allegato Venezia in Salute 2015 sulla stampa.

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