I Mercoledì Filosofici: sintesi delle serate

Si è appena conclusa l’esperienza dei mercoledì filosofici: a margine di questa esperienza innovativa di utilizzo delle pratiche filosofiche come strumento di aiuto nella professione medica, vi offriamo una breve sintesi delle serate e una bella riflessione di una delle “filosofe” protagoniste.

Si sono da poco conclusi i “ Mercoledì filosofici dell’Ordine”: un’esperienza nuova nata dal desiderio di fornire ai medici degli strumenti di riflessione per recuperare un benessere interiore capace di farci riappacificare con la professione.
La professione medica vive una fase di “malessere” profondo legato a una molteplicità di fattori: burocratizzazione eccessiva, rischio professionale crescente, eccessive pretese di salute da parte degli utenti , continuo richiamo alla necessità di ridurre la spesa sanitaria; tutto questo sta spingendo la classe medica verso un rischio elevato di burn-out.
Abbiamo pertanto proposto un percorso di riflessione e condivisone a partire dal pensiero filosofico, certi che la filosofia rappresenti una “fonte” da cui attingere per un cambiamento personale capace di innescare un pensiero positivo per il cambiamento della società. Il progetto può sembrare ambizioso ma siamo consapevoli che è necessario partire da noi stessi.
Gli incontri hanno avuto luogo nella sede dell’Ordine . Ogni incontro si è svolto in forma di laboratorio e ha permesso a tutti i medici presenti di partecipare in maniera attiva. Attraverso l’ascolto, la meditazione, la scrittura e le immagini siamo stati condotti a ripensare alla nostra professione fin dal momento della nostra scelta.
Siamo pertanto stati chiamati a scrivere una lettera immaginandoci ancora “giovani diciottenni” e chiarendo i motivi che ci spingevano a iscriverci a medicina.
Con il solo uso di immagini siamo stati chiamati a esprimere il nostro percorso professionale nei suoi punti più salienti .
Abbiamo riflettuto e meditato su frasi significative per noi; siamo stai spinti a cercare nella nostra mente e nel nostro cuore , oggetti , libri , persone che hanno segnato la nostra crescita umana e professionale.
E’ stato un scavare dentro di noi, per riscoprire chi siamo, come siamo arrivati fin qui professionalmente e quali sono le cose che ancora danno un senso al nostro lavoro.
All’inizio non è stato facile lasciarsi coinvolgere e mettersi in gioco , ma quando abbiamo superato un po’ la “diffidenza” la partecipazione è stata attiva ed efficace.
Siamo stati bene insieme come in un’oasi dove ci siamo fermati un po’ per abbeverarci e far ritorno nella nostra quotidianità, un po’ meno “arsi” del solito.
Ci siamo lasciati con il desiderio che l’esperienza si possa ripetere presto.
Ornella Mancin
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